FOCUS – Eric Cantona, croce e delizia

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Eric Cantona nasce a Marsiglia il 24 Maggio 1966, muovendo i suoi primi passi calcistici nel settore giovanile dell’ Auxerre, il club che poi lo farà esordire in Ligue One. Nella sua avventura in maglia biancoazzurra, il giovane Eric mostra a tutti i suoi due lati da Giano Bifronte: dapprima delizia la folla con giocate magistrali, ma poi cade nella bassezza andando a scontrarsi fisicamente con il compagno di squadra Martini e rimediando una severa punizione da parte della società.
Nel 1988 si trasferisce finalmente nella squadra della sua città, il team che da sempre aveva tifato sin dall’infanzia, l’OM. Ed al suo arrivo il Velodrome è letteralmente in ebollizione, eruttando passione ad ogni sua finta, ad ogni suo preziosismo, ad ogni suo gesto sopra le righe, come quando durante una campagna europea a Mosca calciò stizzito il pallone verso le tribune come gesto di sfida verso il pubblico sovietico.
Il talento di Cantona è assolutamente spropositato ma l’allora CT della nazionale francese, Henry Michel, mal digeriva gli atteggiamenti pittoreschi del fenomeno di Marsiglia; in merito a questa serie di polemiche, Cantona fu squalificato per un’intera stagione agonistica dopo aver rivolto al commissario tecnico una serie di epiteti folkloristici.
Anche il rapporto con l’OM iniziò a vacillare, malgrado i tifosi lo considerassero a tutti gli effetti un Messia. Cantona ebbe quindi una piccola parentesi nel Bordeaux, prima del grande trasferimento al Montpellier, squadra che riuscì a garantire al marsigliese la definitiva consacrazione con gol e magie a grappoli.
Le avventure in Ligue One furono però soltanto l’anticamera della carriera vera e propria di Cantona. Dopo aver rifiutato con rabbia lo Sheffield Wednesday, Eric si trasferisce al Leeds nel 1992 e riesce a vincere al primo tentativo la First Division; all’inizio della stagione successiva, il francese fa poi esplodere come una bomba tutta la sua classe, realizzando una tripletta assolutamente epica in Community Shield (4-3 al Liverpool).

Qualche mese più tardi, il gran rifiuto di Le Tissier al Manchester United apre ad Eric Cantona le porte di Old Trafford.
La storia che porta Cantona alla corte di Alex Ferguson è comunque piuttosto rocambolesca. Accadde infatti che il presidente del Leeds, Fotherby, chiamò il suo omologo del Man Utd per chiedere il difensore Denis Irwin. Da Manchester la risposta fu negativa, ma a quel punto Ferguson ebbe l’intuizione di puntare forte su Cantona che, in breve tempo, accettò la proposta letteralmente ammaliato dal fascino europeo dei Red Devils.
Cantona impiegò davvero poco tempo ad entrare nei meccanismi di gioco complessi e veloci di Ferguson, ed a quel punto i gol e gli assist del marsigliese condussero il Manchester United alla vittoria finale nella prima Premier League della storia. Non mancarono, comunque, le solite bizzarrie.

Nel 1995 ecco forse l’episodio più clamoroso a livello comportamentale: il celeberrimo colpo di kung-fu direttamente sul volto di un tifoso del Crystal Palace che lo stava insultando con veemenza. Selhurst Park era, proprio come oggi, un ambiente caldissimo ed a Cantona saltarono i nervi in quell’atmosfera bollente.
Cantona dovette subire una sospensione da parte della FA ed anche dallo stesso club di appartenenza.
La stagione successiva, quella del rientro in pompa magna, vide Eric Cantona realizzare reti con una continuità impressionante, riportando il Man Utd sul tetto d’Inghilterra dopo il disastro della stagione precedente.
Dopo la partenza direzione Birmingham City della bandiera Steve Bruce, Cantona venne nominato capitano da Sir Alex Ferguson per la stagione 1996/97. Si trattò dell’ultima stagione da calciatore di Eric che, a soli 31 anni, decise di appendere le scarpe al chiodo dopo l’ennesimo trionfo in Premier League. La sua importanza nelle squadre in cui ha militato in Inghilterra è testimoniata anche da un dato statistico curioso: Cantona ha disputato 7 campionati in terra d’Albione vincendone ben 6. L’unico campionato non conquistato fu quindi proprio quello di Selhurst Park.
Le ipotesi sul ritiro del “re” sono state e sono ancora tutt’oggi molteplici, ma sarebbe giusto attenersi alle parole dello stesso Cantona, che rivelò più di una volta di essersi letteralmente stufato dello stile di vita regolare che il football impone agli atleti.
Troppo forte il richiamo degli amici, del pub e delle risate. Un colpo alla Eric Cantona.

Gabriele Fumi